Il contesto attuale dell'editoria scientifica
La comunicazione scientifica è il processo di produzione, condivisione, valutazione, pubblicazione e disseminazione dei risultati degli studi condotti da università, enti o centri di ricerca. Tali risultati vengono distribuiti attraverso il sistema dell’editoria scientifica, privilegiando la pubblicazione sui periodici specialistici, da sempre il principale mezzo di disseminazione della comunicazione scientifica.
L’editoria scientifica da sempre si basa su un sistema centrato sugli editori che decidono quale articolo può essere pubblicato all’interno della loro rivista - previa analisi di altri esperti della stessa disciplina dell’autore – e detengono i diritti della loro opera una volta che l’autore li cede quando viene siglato il contratto tra i due interessati.
Perché gli autori cedono questi diritti agli editori? Le motivazioni sono principalmente due: la prima, più filantropica, rispecchia l’ideale di espandere la conoscenza scientifica a tutti e, la seconda è legata alla carriera di un ricercatore, ovvero all’impatto che la pubblicazione ha quando è utilizzata da altri e viene citata.
Lo scenario editoriale attuale è molto complesso e dominato da un conflitto di interessi che vede gli attori del sistema di comunicazione scientifica su posizioni diametralmente opposte: da una parte gli editori che perseguono logiche di profitto sempre più orientate ad una crescita esponenziale dei prezzi, dall’altra le biblioteche accademiche che, a fronte di budget sempre più modesti destinati all’acquisizione delle risorse informative, sono costrette ad operare tagli massicci ai contratti di acquisizione delle risorse elettroniche.
Biblioteche e Università, riunite in consorzi e associazioni, hanno ottenuto una parziale indipendenza dagli editori, sviluppando modelli editoriali alternativi per poter abbattere definitivamente le barriere al libero accesso e divulgazione della conoscenza scientifica.
In questo contesto è nata la filosofia Open Access, che vuole mantenere l’accesso gratuito ai risultati delle ricerche scientifiche sovvenzionate da fondi pubblici.
Nonostante il processo di smaterializzazione abbia permesso l’eliminazione di gran parte dei costi di produzione, i prezzi di riviste e singoli lavori sono aumentati a dismisura. L’aumento dei prezzi va di pari passo con la crisi delle licenze (permission crisis), una serie di nuove barriere di tipo legale (licenze di accesso) e tecnologico (controllo d’accesso) che inaspriscono i contratti editoriali e limitano l’utilizzo delle riviste già pagate a caro prezzo con l’abbonamento dalle istituzioni.
Lo scenario attuale mette in evidenza almeno due importanti paradossi:
- i prezzi: quante volte si paga la ricerca?
- Gli atenei finanziano i progetti assegnando i fondi; i ricercatori pubblicano sulle riviste scientifiche (a volte pagando un contributo, altre volte gratuitamente); i ricercatori che rivedono e correggono i lavori di altri colleghi (peer review) non vengono pagati; gli atenei pagano ancora una volta sotto forma di abbonamento per accedere ai risultati della ricerca; i ricercatori, se vogliono riutilizzare un loro articolo anche per scopi didattici, devono pagare una terza volta per i diritti di utilizzo.
- I diritti della proprietà intellettuale: i contratti editoriali prevedono quasi sempre la cessione totale, gratuita ed esclusiva dei diritti degli autori agli editori, che assumono di fatto il monopolio della gestione della letteratura scientifica inficiando la possibilità per l’autore di successivi utilizzi pubblici del proprio lavoro (ad es.: distribuzione di copie dell’articolo della propria ricerca o riutilizzazione in vari modi del testo del proprio lavoro).
Di fatto questo modello di comunicazione scientifica non è funzionale all’avanzamento della scienza, chiude i risultati entro riviste inaccessibili ai più. Un mercato in cui si paga per leggere e anche per pubblicare è divenuto insostenibile anche per i paesi più ricchi.
L’Open Access non è quindi solo un movimento , ma è una strategia, un insieme di iniziative internazionali con al centro gli scienziati e le istituzioni di Ricerca, un modello alternativo di disseminazione del sapere più idoneo a risolvere le anomalie e le contraddizioni che l’attuale sistema di circolazione scientifica, monopolizzato dall’editoria commerciale e fondato su presupposti culturalmente ed economicamente poco vantaggiosi, ha messo in luce, innescando una crisi che investe l’intero sistema di comunicazione scientifica e che necessita sempre di più di soluzioni rapide, efficaci e sostenibili.